Disegnare a scuola: uno strumento di educazione emotiva

da | Educazione artistica

Il valore educativo del disegno a scuola

Nel contesto scolastico, il disegno non è solo un’attività creativa, ma rappresenta un vero e proprio linguaggio espressivo. Per gli insegnanti, comprendere l’importanza del disegno a scuola significa riconoscerlo come uno strumento educativo per entrare in contatto con il mondo interiore dei bambini. Attraverso l’espressione grafica, infatti, è possibile cogliere emozioni, bisogni e pensieri che spesso non emergono attraverso il linguaggio verbale.

Spesso però gli insegnanti, alle prese con una programmazione fitta, non trovano il tempo di inserirlo tra le attività. Leggi l’articolo fino in fondo per scoprire come valorizzare il disegno in classe senza farlo diventare un carico aggiuntivo.

Le fasi dello sviluppo del disegno infantile

Conoscere le tappe dello sviluppo del disegno infantile è fondamentale per ogni insegnante. Nei primi anni, il disegno è caratterizzato da scarabocchi e segni spontanei. Tra i 4 e i 7 anni, i bambini iniziano a rappresentare figure umane e ambienti. In età scolare, si osserva una maggiore attenzione alla composizione spaziale e al realismo. Queste trasformazioni riflettono lo sviluppo cognitivo, motorio ed emotivo. Osservare dove si colloca un bambino nel suo percorso grafico consente di strutturare un’interazione pedagogica più mirata e rispettosa dei suoi tempi.

Disegno e osservazione pedagogica: leggere oltre le forme

L’osservazione pedagogica del disegno va oltre l’estetica. L’uso del colore, l’intensità del tratto, la collocazione degli elementi nello spazio e la scelta dei soggetti parlano del vissuto del bambino. Un disegno molto piccolo, un soggetto cancellato o isolato, l’assenza di figure familiari possono indicare disagi o emozioni trattenute. Per l’insegnante, imparare a osservare questi segnali senza interpretare in modo arbitrario permette di costruire uno sguardo educativo più consapevole e accogliente. È importante sottolineare che solo specialisti abilitati possono fare diagnosi, ma l’insegnante ha un ruolo centrale nell’ascolto e nella prevenzione educativa.

Disegno come strumento di educazione emotiva

Integrare il disegno nelle routine scolastiche rafforza la dimensione dell’educazione emotiva. In un clima di ascolto e non giudizio, i bambini si esprimono con maggiore autenticità. Invitare a raccontare un disegno, porre domande aperte, accogliere ogni produzione senza confronti permette di rafforzare l’autostima e il legame educativo. Il disegno può anche essere usato per esplorare temi come l’identità, la famiglia, l’amicizia o le emozioni, diventando un valido alleato nei percorsi di cittadinanza e inclusione.

Quando non c’è tempo per disegnare

Arte e creatività hanno un ruolo fondamentale nell’evoluzione infantile, tuttavia all’interno del programma scolastico, vengono spesso classificate in secondo piano rispetto alle altre materie. Con una conseguente involuzione dello sviluppo artistico ed espressivo.

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Vittoria 5 anni, scuola materna. “La recita”.

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Vittoria 5 anni, scuola materna. “La maestra di musica”.

Vichy-1lezione-di-italiano-1024x699 Il disegno dei bambini va a scuola

Vittoria 6 anni. 1^elementare. “Integrazione alla lezione d’italiano”.

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Vittoria 6 anni. 1^elementare “disegno libero”. Unico disegno fatto sul blocco notes.

Le immagini a confronto sono un chiaro esempio di quello a cui ci riferiamo: non sembrano nemmeno disegnati della stessa bambina. Saltano all’occhio le differenze tra ricchezza dei particolari, intensità dei colori e allegria che trasmettono le prime immagini rispetto ai disegni eseguiti a scuola, fatti a margine di altre materie.

La sviluppo della creatività infantile

“La capacità di provare ancora stupore è essenziale nel processo della creatività […] “Ed è solo nell’essere creativo che l’individuo scopre il sé” Donald Winnicot

Numerosi studi (le tesi del filosofo John Dewey, del pediatra e psicoanalista Donald Winnicot, in Italia dai lavori di Maria Montessori, personalità eclettica educatrice, medico, filosofa, neuropsichiatra, al pensiero dell’artista designer e scrittore Bruno Munari… solo per citarne alcuni) dimostrano come la pratica di attività artistiche, siano esse arti visive, musica, danza, teatro, fin dai primissimi anni di vita del bambino, aiuta le abilità comunicative ed espressive, favorisce l’apprendimento logico-matematico e rafforza la consapevolezza di sé e delle proprie capacità.

Promuovere la creatività sin da bambini e alimentarla negli anni attraverso l’espressione artistica, accresce la capacità di problem solving… Concede insomma una soluzione ai problemi che si incontrano, guardandoli da più punti di vista, adattando le abilità emotive e cognitive (non dimentichiamo che siamo nati originariamente come esseri altamente emotivi che nel corso della nostra evoluzione hanno anche imparato a pensare!) al fine desiderato, che indubbiamente per un bambino è la serenità.

richy-e-il-potere-curativo1 Il disegno dei bambini va a scuola

Riccardo 4 anni. “La faccia che sorride, la faccio che sorride”. Le sue parole: “ero triste perché Vittoria mi ha detto che il mio disegno è brutto. Poi mi sono ricordato che non può piacere a tutti, allora ho disegnato un sorriso per me e per lei. E mi sono divertito.

Non solo, se consideriamo lo sviluppo emotivo, possiamo costatare che l’arte consente di migliorare le capacità comunicative. Permette di mettersi alla prova in situazioni nuove e di sperimentare il più ampio spettro di sensazioni possibili, incoraggiando la libera espressione. Infine per quanto riguarda lo sviluppo motorio, oltre a migliorarne le capacità, favorisce una prima forma di coordinazione occhio-mano, accrescendo il senso di autostima nel riconoscere le proprie capacità di coordinamento e controllo dei propri movimenti.

L’evoluzione della rappresentazione grafica: Il disegno infantile dal realismo casuale al realismo intellettivo

Per spezzare una lancia a favore delle istituzioni scolastiche, che in molti casi cercano di ampliare il percorso didattico, introducendo e dando nuovo valore alle attività creative, a “scoraggiare” la pratica artistica nel bambino in età scolare, c’è una componente tipica dello sviluppo infantile: l’auto giudizio.

Per quanto riguarda il disegno siamo nel passaggio dal realismo accidentale (il bambino dà un nome al suo tracciato a posteriori, rivedendolo come un’immagine nota), al realismo intellettuale, quando il bambino sceglie già cosa disegnare prima di cominciare a farlo. Anche questo sviluppo grafico come i precedenti, non arriva in un momento preciso, ma lascia al bambino tutto il tempo di sperimentare e giocare con le immagini… sopportando con “filosofia” che un oggetto disegnato secondo un suo intendimento sia poi interpretato diversamente dall’adulto.

lui-e-il-gatto-o-lui-e-la-volpe1-300x167 Il disegno dei bambini va a scuola

Riccardo 5 anni, “lui è il gatto o lei è la volpe”

Il bambino disegna ancora un’impressione mentale non un’osservazione visiva della realtà, con tutta la sua grammatica speciale di “errori”. Con l’ingresso alla scuola, con il giudizio critico e correttivo dell’adulto, il bambino incomincia a rendersi conto di certe incongruenze delle sue rappresentazioni. E allora incominciano i…”non sono capace”, “non so disegnarlo”, “mi disegni un… che non sono bravo”… il bambino vuole rinunciare a rappresentare ciò che sa di un oggetto, correlato di tutto il suo bagaglio di fantasia e unicità a vantaggio di ciò che tutti vedono e voglio rivedere sul foglio.

In questo modo cerca l’approvazione dell’adulto, persegue il voto finale e il disegnare diventa un’altra attività da perfezionare con la tecnica. Il disegno infantile, con tutte le sue caratteristiche si avvia così alla fine. Se ci pensiamo per molti di noi, quello è stato l’ultimo periodo in cui abbiamo preso in mano colori e matite e abbiamo smesso di giocare.

Attività creative nella scuola primaria e dell’infanzia

Proporre attività creative nella scuola primaria e dell’infanzia non richiede necessariamente progetti complessi. Anche brevi momenti di espressione grafica, alla fine di una lezione o in fase di accoglienza, possono favorire la riflessione e l’autoregolazione. L’insegnante può introdurre strumenti e materiali diversi per stimolare la creatività, offrendo libertà di scelta nella postura, nei formati e nelle tecniche. Il disegno può diventare un ponte interdisciplinare: si può chiedere agli alunni di rappresentare una pagina di storia, un personaggio letterario, un problema matematico o un esperimento scientifico.

Per chi non ha tempo: valorizzare il disegno senza carico aggiuntivo

Molti insegnanti condividono l’interesse per il disegno come strumento educativo, ma faticano a trovare tempo per inserirlo in una programmazione già densa. Tuttavia, valorizzare il disegno in classe non significa necessariamente aggiungere ore o attività. Bastano pochi minuti per integrare l’espressione grafica nella routine quotidiana. Si può proporre un disegno riflessivo a fine giornata, oppure iniziare la mattina con un momento libero su fogli già predisposti. Anche i compiti possono includere componenti grafiche. In questo modo, il disegno si trasforma in una pratica sostenibile, utile e significativa per tutta la classe.

Portare il disegno a scuola in modo consapevole significa offrire ai bambini uno spazio autentico per esprimersi, conoscersi e comunicare. Per l’insegnante, diventa uno strumento prezioso di osservazione e relazione. Quando inserito con sensibilità e flessibilità nella progettazione didattica, il disegno rafforza la motivazione, stimola la creatività e contribuisce al benessere emotivo dell’intero gruppo classe. Non si tratta solo di fare arte: si tratta di educare con cura, ascolto e attenzione.